La
postura è la relazione tra segmenti scheletrici finalizzati al
mantenimento dell'equilibrio(contro
la forza di gravità), nella stazione eretta (statica) e
nell'esecuzione di attività quali la deambulazione
e la corsa (cinematica).
Lazzari definisce la postura come il modo di
stare in equilibrio
del corpo umano: non si identifica né con l'equilibrio né con una
posizione, ma esprime una
funzione relativa alla capacità del corpo umano di acquisire e
mantenere le posizioni, conservando
l'equilibrio.
Può
essere fisiologica, ed è spia del benessere di una persona, coerente
con un modello morfologico
normale (modello prevalente), oppure adattata (frutto di un
adeguamento), che va identificata
perché spesso porta a postura patologica. Nella postura patologica
c'è un disadattamento o
scompenso; si verificano segni a carico del sistema
muscolo-scheletrico-somatico, del sistema oculo-motore,
oto-vestibolare, occluso-cranio-mandibolare.
Quando
il sistema somatico-posturale generale e quello di occlusione non si
adeguano ad un eccesso
di richieste funzionali, o non sopportano più sollecitazioni
funzionali normali, si entra in scompenso
e di conseguenza nella patologia. Si ha un sovraccarico, che
determina l'usura, la degenerazione
e la disfunzione delle varie strutture che contribuiscono al mantenimento dell'equilibrio. Nella pratica clinica, sono numerosi i pazienti affetti da
disfunzione cranio-mandibolare,
che lamentano problemi artro-muscolari, soprattutto al rachide
cervicale e agli arti.
Il
complesso articolare cranio-mandibolare non è soltanto un giunto
meccanico, ma soprattutto
un organo sensoriale ricco di neuro recettori che influenzano
l'attività tonica e fasica dei muscoli
della stessa articolazione e, attraverso il simpatico, entrano nei
meccanismi di regolazione del
dolore.
Ecco perché quando si hanno alterazioni del sistema
cranio-mandibolare, si hanno dei fenomeni
dolorosi, chiamati algie riflesse, proiettate al rachide cervicale e
agli arti.
Il
sistema posturale nel corpo umano è complesso: il “computer
centrale” è costituito dal cervello,
da cui gli altri organi e sensi dipendono. L'effetto finale è quello
di andare ad agire sui muscoli
rossi, la muscolatura striata. Ad esso, però,afferiscono i
recettori visivi, il sistema stomatognatico,
quello vestibolare dell'orecchio interno, i piedi, la pelle con le
articolazioni e i muscoli.
Questi sono i componenti che rendono possibile il mantenimento e la
regolazione della postura,
sempre controllati dal cervello.
Il
sistema posturale è un sistema che si autoadatta nel suo squilibrio,
ma non può correggersi sempre
e da solo. Se si aggiungono altre cause di decompensazione, non
potendolo più fare, sopraggiungono
i dolori. Quindi il dolore è un segnale, un sintomi che dev'essere
curato, ma bisogna
scoprirne la causa. Il sistema stomatognatico influenza l'intero
sistema tonico-posturale, in special
modo le cosiddette catene miofasciali, oltre a determinare
cambiamenti dell'appoggio podalico
e variazioni della torsione rilevata al suolo. Fino a qualche
decennio fa si metteva sotto il piede
un piccolo plantare, che non risolveva il problema, poiché è
scientificamente provato che la variazioni
posturali si protendono dall'alto in basso, come la forza di gravità.
La
dis-regolamentazione segmentale, detta anche disfunzione somatica,
indica l'impedita o alterata
funzione delle componenti tra loro collegate del sistema somatico
(strutture scheletriche, articolari
e miofacciali con i correlati elementi vascolari, linfatici e
neurologici).
Sintomatologicamente,
abbiamo tre fenomeni: l'asimmetria, la limitazione funzionale, e l'anormalità
della qualità tissutale. Nella
disfunzione somatica cronica si manifestano tutte le conseguenze che
subisce il connettivo
sottoposto ad immobilizzazione, con conseguente limitazione
funzionale. A seguito della disfunzione
somatica si può avere una disfunzione secondaria anche in zone
distanti, derivante dalla necessità
di compensare. Evidenze cliniche dimostrano quanto sia importante
l'influenza reciproca tra
postura cranio-cervicale e cranio-mandibolare, con diretta
conseguenza sull'occlusione.
Infatti,
nella FHP (Foward Head Posture), tipica dei soggetti con difetti
visivi, determina una accentuazione
della lordosi nel tratto superiore della colonna cervicale e una
riduzione nel tratto inferiore;
la mandibola viene sospinta in posizione retrusa con prevalenza di
contatti interdentali posteriori.
Numerose
sono le correlazioni tra questi due aspetti del corpo umano. Già in
uno studio del 1983
si evidenziavano i rapporti tra mandibola, muscoli sovraioidei e
vertebre cervicali: l'anello di congiunzione
era rappresentato dall'osso ioide. Le connessioni tra menisco,
capsula articolare dell'ATM
(articolazione temporo-mandibolare, che secondo alcuni avrebbe un
ruolo di controllo dell'equilibrio)
e l'orecchio medio sono evidenze di questa correlazione. Senza
dimenticare poi: la stessa
origine embriologica che hanno in comune l'ATM e orecchio medio; le
vie nervose di convergenza
o di interconnessione a livello dei nuclei spinali (radice
discendente del trigemino con i
primi nervi cervicali); la sinergia tra sterno-cleido-mastoideo e
trapezio (innervazione comune), che
controllano i movimenti della testa interfacciandosi con il sistema
oculare e vestibolare. Nel
momento in cui un bambino in evoluzione subisce questo tipo di
alterazioni, è fondamentale:
intercettare le malocclusioni (oggi l'ortodonzia si definisce
scheletrica-ortopedica) in età
precoce, per migliorare la salute del giovane paziente e anche
nell'interesse di eventuali società sportive
che gestiscono l'attività del paziente stesso. Questo ovviamente diminuisce le possibili cause
di infortuni, ottimizzando la prestazioni del futuro atleta e
abbattendo i costi di gestione.
È
necessario studiare l'atleta dal punto di vista kinesiologico e
posturologico, dinamico e statico.
Il protocollo comune da adottare prevede un'accurata anamnesi, che va
effettuata in base allo
sport praticato, alla tipologia di infortunio, alla frequenza di
infortunio e alle terapia effettuate.
Bisogna
svolgere una corretta visita odontoiatrica, valutando gli esami
diagnostici e l'impronta
occlusale del paziente stesso; ciò va affiancato da un esame
posturale, statico e dinamico, utilizzando
test specifici o pedane, che analizzano i punti di alterazioni e
asimmetrie.
La
terapia deve ripristinare l'occlusione fisiologica, attraverso le
cure dentali, la sostituzione degli
elementi mancanti, terapia ortodontica per gli elementi atassici,
coronoplastica, estrazione degli
ottavi in disodontiasi e l'utilizzo, laddove necessario, del byte.
Esso è uno strumento che si interpone
tra i contatti dentali, ripristinando il normale morso occlusale, in
maniera tale da mettere in
riposo (durante la notte o l'attività sedentaria) i muscoli
masticatori, che maggiormente subiscono la
variazioni posturali e che inevitabilmente tentano di compensare alle
asimmetrie legate alle alterazioni
somatiche. Anche se il nostro end-piont è la validità della
respirazione e la salute delle vie
aeree, è importante andare a intercettare, nel bambino come
nell'adulto che s'accinge a fare attività
sportiva, queste alterazioni, che influiscono sulla performance del
soggetto.
Commenti
Posta un commento