Il
muscolo sempre considerato come un entità funzionale destinata a
solo movimento si allontana dal modello reale, cosi come tutte le
articolazioni non sono adibite al movimento: le sinartrosi non fanno
che permettere la tensione legamentosa e nient’altro che micro
movimenti, le anfiartrosi non hanno che degli scivolamenti di
adattamento delle superfici, cosi anche i muscoli non sono tutti
destinati al movimento.
Bisogna
tener presente che ciò noi chiamiamo muscolo non è affatto un
entità anatomica, esso infatti è composto da due parti differenti
ma inseparabili: gli elementi contrattili (sarcomeri) e di un insieme
chiamato connettivo fibroso; dalla deficienza di una di queste parti
induce la disfunzione di insieme. La patologia dl muscolo è
riassunta nella debolezza, in quanto il tessuto connettivo viene
completamente ignorato e questo implica due gravi errori. Il tessuto
connettivo oltre al suo ruolo meccanico entra nella funzione della
nutrizione in quello della circolazione dei fluidi e particolarmente
nella eliminazione degli scarti e degli scambi osmotici. Sul piano
meccanico essenzialmente è costituito da due proteine che si
dispongono in fibre: l’elastina che si dispone a maglie donando
elasticità e i fasci connettivi (collagene) che donano
rigidità e consistenza. La patologia meccanica del tessuto
connettivo è nella ripartizione delle fibre connettive (collagene),
in effetti se la rete di elastina resta stabile lo stesso non accade
per i fasci connettivi, i quali possono modificarsi e lo fanno
durante la vita sotto l’influenza delle tensioni sopportate dal
tessuto, lo stimolo di questa secrezione è la tensione meccanica.
Una tensione prolungata provoca una secrezione in serie di molecole
di collagene e la fibra si allunga; questa semplice riflessione ci
permette di capire due patologie che incontriamo sempre:
1°
La crescita ossea in lunghezza mette in tensione il sistema
connettivo fibroso e lo obbliga cosi ad allungarsi parallelamente a
lui normalizzando la crescita del tessuto. I dolori detti della
crescita dei ragazzi non hanno altra origine . Ora se la crescita
ossea non è abbastanza potente da assicurar una sufficiente tensione
nel connettivo, questo resiste ed è l’osso che si deforma :
questa è l’origine delle deformazioni diafisarie (tibia vara,
valga, etc.). la cosa è ancora più grave a livello dei segmenti
articolari (le vertebre), si possono senza dubbio considerare questi
fenomeni come responsabili della evoluzione scogliotica, sempre
coincidente con i periodi di crescita.
2°
Tensioni ripetute provocano la produzione di nuove fibre e ciò che
in patologia viene chiamato densificazione del tessuto connettivo,
durante la vita questi stiramenti avvengono di continuo,
l’invecchiamento è una densificazione del tessuto connettivo, più
aumenta più il tessuto perde elasticità; a livello muscolare questa
perdita di elasticità provoca inevitabilmente un accorciamento,
l’elemento contrattile deve compensare la mancanza di tensione.
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