Il diaframma è il
muscolo inspiratorio più importante in assoluto, in quanto da solo
riesce ad aumentare i tre diametri del volume toracico indispensabili
per un’efficace ed efficiente respirazione e convogliamento
dell’aria all’interno dei polmoni (Kapandji & Pagani, 2011).
Il diaframma si contrae
in tutte le azioni che richiedono un’espulsione d’aria violenta
(espirazione forzata), aiutando a rendere più energico lo sforzo.
Per questo motivo, una profonda inspirazione precede sempre le azioni
come starnutire, ridere, tossire, gridare, orinare, vomitare,
defecare e partorire (Peter L Williams et al., 2001).
Il diaframma, oltre alla
funzione respiratoria, ha anche funzioni secondarie che servono a
proteggere il nostro corpo. La contrazione energica dei muscoli del
tronco (per esempio quando si sollevano oggetti pesanti) è preceduta
da una inspirazione relativamente profonda alla quale segue la
chiusura della glottide. La contrazione della muscolatura del tronco
associata ad un abbassamento del diaframma e chiusura della glottide
causa un incremento notevole della pressione intra-addominale che
fornisce un rinforzo pneumatico alla colonna vertebrale (Peter L
Williams et al., 2001).
Il diaframma oscillando
durante la respirazione, permette di creare differenze di pressione
all’interno della cavità toracica e addominale che garantiscono
funzioni specifiche che vanno ben oltre al semplice ma vitale gesto
del respirare.
Oltre a favorire lo
scambio di gas durante la respirazione, compito
primario, ne esistono altri. Ad ogni contrazione il diaframma scende
appoggiandosi e massaggiando i visceri sottostanti (stomaco, fegato
intestino, cisterna linfatica, etc.), che ne traggono grande
beneficio. Persino la cdell’intestino trae
vantaggio da questi movimenti, garantendo così regolarità
intestinali. Le viscere addominali sono sospese al diaframma tramite
il mesentere, e l’intestino viene allungato dal movimento
respiratorio diaframmatico. Inoltre, la mobilità intestinale è
anche associata alla pressione intra-addominale (Morisawa, Takahashi,
& Nishi, 2013). Il sistema linfatico addominale è un altro
sistema in sinergia con il diaframma. L'attivazione e l'accorciamento
delle fibre muscolari scheletriche della cupola diaframmatica
ventromediale aumentano simultaneamente i gradienti di pressione che
agevolano la propulsione della linfa lungo la rete (Moriondo, Solari,
Marcozzi, & Negrini, 2015). Gli studi sulle vie respiratorie
diaframmatiche hanno riportato un aumento dell'efficienza del ritorno
venoso, soprattutto durante la respirazione lenta, a causa
dell'escursione diaframmatica che migliora la collassabilità della
vena cava inferiore che si verifica durante l'inspirazione normale
(Kimura et al., 2011). Ciò è ulteriormente aumentato nella
respirazione diaframmatica a causa dei rapporti anatomici che il
diaframma ha con il cuore e il passaggio dell'aorta e la vena cava
inferiore attraverso esso (Bordoni & Zanier, 2013).
Il respiro lento aumenta
il potere vagale trascinando il recupero cardiaco indotto vagalmente
alle fasi della respirazione (Jalife, Slenter, Salata, &
Michaels, 2018). L'attività vagale è in grado di suscitare
un'influenza molto più rapida sul cuore rispetto all'attività
simpatica del sistema nervoso autonomo (dovuta al sistema di
conduzione più rapido). Un aumento del tono vagale provoca un
rallentamento del battito cardiaco.
Durante un atto
respiratorio fisiologico, la contrazione del diaframma, da una
posizione neutra di riposo, si può descrivere attraverso alcuni
stadi: all’inizio dell’inspirazione si riscontra una contrazione
della porzione muscolare periferica del diaframma che prende
l'innervazione diaframmatica (Nason et al., 2012) come punto fisso
le ultime sei coste permettendo durante la contrazione una discesa
verso l’addome del centro frenico. Un abbassamento del centro
frenico permette un aumento del diametro verticale del torace, ma la
sua discesa è presto limitata dalla messa in tensione dagli elementi
del mediastino e soprattutto a causa della presenza della massa
addominale contenente i visceri. Dopodiché, una volta che il centro
frenico è ostacolato dalla massa viscerale addominale (contenuta
dalla muscolatura addominale) diventa esso stesso il punto fisso e le
fibre muscolari che agisco dal centro frenico verso la periferia
permettono l’elevazione delle coste inferiori aumentando il
diametro traversale del torace. Contemporaneamente, per mezzo dello
sterno solleva anche le coste superiori aumentando il diametro
toracico in senso antero-posteriore (piano sagittale) (Kapandji &
Pagani, 2011). La respirazione costo-diaframmatica è stata definita
come normale pattern di respirazione, in quanto consente la massima
espansione polmonare e quindi il massimo scambio gassoso (De Groote,
Wantier, Cheron, Estenne, & Paiva, 1997).
Commenti
Posta un commento